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martedì 21 marzo 2017

Infelici e contenti


Castelvecchi, Lit Editori Srl


Prendete tutti quei libri motivazionali pieni di frasi positive che ti spiegano come essere finalmente felici. Fatto? Bene, buttateli nel bidone della carta, perché la verità è che nessuno vuole essere realmente felice. Sembra un po' una contraddizione quello che sto dicendo e forse mi state prendendo per pazza, ma Nerosfina non scherza affermando che esiste un'arte per rovinarsi la vita ad hoc. Solitamente quando ci rivolgono la domanda << sei felice in questo momento? >> non rispondiamo mai dicendo un secco "si", ma aggiungiamo sempre qualcosa che ci manca. " Sono felice, però se avessi più soldi/un compagno/una macchina/se fossi più bella/... etc". Dunque nessuno è pienamente soddisfatto di quello che è o di quello che ha.  Questo testo di appena 70 pagine, diviso in capitoli con titoli alquanto curiosi (guardate la foto qua sotto), rappresenta un'utile guida su come auto-rovinarsi la vita con successo.



L'umorismo che utilizza l'autore è un'arma a doppio taglio: se da una parte fanno ridere gli esempi che riporta nelle sue pagine, dall'altra ti sale un leggero scompenso nel vedere che anche tu (si, mi riferisco a te che stai leggendo) metti in atto questi schemi mentali che ti imprigionano, portandoti in una sorta di labirinto nel quale difficilmente si esce, anche perché poi possiamo finalmente rivestire il ruolo della vittima che sotto sotto ci piace tanto...
Oltre al capitolo "Romeo&Giulietta" che vi invito caldamente a leggere se siete persone totalmente insicure di voi stesse, sicché proiettate sul partner tutte le vostre paure a livelli paranoici, mi sono soffermata a lungo sul capitolo intitolato "il water".  Quando non esistevano i telefonini e ti sedevi sul "regal trono" c'era solo una cosa da fare: riflettere. E qui si apre una considerazione alquanto veritiera sull'utilizzo di internet, ovvero che siamo diventati una popolazione talmente social che qualsiasi cosa ci capita nella vita andiamo a googlarla. Volete un esempio? Quanti di voi avendo il mal di gola sono andati a cercare i sintomi sul web e alla fine vi siete auto-diagnosticati un tumore alla trachea? Altro esempio più soft: conoscete un ragazzo: lui toro, voi leone. L'oroscopo dice che siete incompatibili, dunque << è stato bello fino a qui, ma non sei il mio tipo. Abbiamo Saturno contro >>.
Non diciamoci bugie: se non era per l'oroscopo o per la malattia, sicuramente avete utilizzato google per prendere altre scelte e secondo Nerosfina avete fatto bene. Alla fine del libro trovate una serie di consigli pratici per essere perfetti infelici. Dunque amici, roviniamoci la vita insieme.

mercoledì 9 novembre 2016

Piper, il piovanello pauroso


"La più antica e potente emozione umana è la paura, 
e la paura più antica e potente è la paura dell'ignoto"
H.P. Lovecraft




Per vedere il video, clicca QUI


Da poco è uscito il nuovo cortometraggio della Pixar e già ha riscosso molto successo, perché questa non è semplicemente una favoletta, ma è una storia che ci riguarda tutti. Piper è un simpatico piovanello che vive nei pressi di una spiaggia. Un bel giorno, sua madre, lo spinge ad avventurarsi sul bagnasciuga per procurarsi del cibo, proprio come fanno gli altri uccellini. Lui tentenna, preferisce non esporsi, ma alla fine preso dalla curiosità, cede e raggiunge la riva; ma proprio mentre afferra con il becco una tellina, ecco che viene travolto da un'onda. La scena successiva si apre con Piper ancora tutto bagnato e tremolante che sta al sicuro nel suo nido. E' talmente spaventato da quella distesa d'acqua che se ne tiene ben lontano, sperando che sia la madre a procurargli il cibo, cosa che invece non fa. Lo stomaco del piccino inizia a brontolare, così Piper decide di provarci di nuovo: raggiunge velocemente la riva, ma appena vede un' onda avvicinarsi corre via spaventato e trova riparo in mezzo ad un mucchietto di alghe posizionate sulla spiaggia. Qui incontra un piccolo paguro che lo incuriosisce a tal punto da seguirlo inconsapevolmente fino alla riva. Piper, preso da quell'esserino così buffo, si accorge della sua posizione solo quando vede arrivare un'onda minacciosa che lo travolgerà a breve. Il piovanello, sebbene spaventato, decide di non scappare e prendendo esempio dal suo amico paguro affonda il corpo nella sabbia, chiudendo gli occhi e sperando che quel brutto momento passi presto... Ma è qui che inizia la magia: titubante, l'uccellino apre prima un occhio e poi l'altro e rimane sorpreso nel vedere che sott'acqua ci sono un sacco di conchiglie che non si vedono dalla spiaggia. L'onda passa e Piper non trema più, anzi è contento e corre felice tra la spuma del mare, portando a riva quante più telline possibili.





Questo cartone ci aiuta a capire che spesso la paura è mossa dall'ignoto, da ciò che non conosciamo e per questo cerchiamo sempre di vivere in sicurezza, lontano dai pericoli. Ma quanto possiamo fare affidamento su ciò che noi etichettiamo con la parola "sicuro"? A tal proposito il sociologo Bauman scrive:«La paura più temibile è la paura diffusa, sparsa, indistinta, libera, disancorata, fluttuante, priva di un indirizzo o di una causa chiari; la paura che ci perseguita senza una ragione, la minaccia che dovremmo temere e che si intravede ovunque, ma non si mostra mai chiaramente. ‘Paura’ è il nome che diamo alla nostra incertezza, alla nostra ignoranza della minaccia, o di ciò che c’è da fare.». La paura dunque è diventata un vettore della nostra società, qualcosa di talmente grande che smaglia la rete, disaggregando la stratificazione sociale. Oggi pretendiamo di essere protetti sia civilmente ( sicurezza dei beni), che socialmente ( malattia, infortunio, guerre etc.) e  cerchiamo di dominare tutti i possibili rischi; ma la realtà è che viviamo in una società in cui non troviamo una garanzia di sicurezza né in noi stessi, né nel sistema. Allora come possiamo limitare i fattori di rischio?

E qui entra in gioco Piper che ci fornisce un grande insegnamento, poiché è proprio l'insicurezza la chiave per affrontare la paura. Dopo essere stato travolto dall'onda, l'uccellino non ci pensa lontanamente a tornare sulla riva; eppure spinto dalla fame, decide di riprovarci, di abbandonare il suo nido, di lasciare ciò che lui reputa "sicuro". Quando ormai capisce che l'evento che lo ha tanto scioccato si ripeterà di nuovo, rimane fermo e non scappa: si fa travolgere dalla paura. In quell'istante Piper si sente insicuro perché è immerso sott'acqua, in un habitat che non è il suo... Ma il paguro gli mostra che anche l'ignoto può essere interessante: un mondo pieno di conchiglie!


E' vero ciò che dice Hobbes che l'insicurezza appartiene a una società di individui, ma è anche vero che ciò che conta è la propria esperienza personale e non un opinione diffusa. Solo sperimentando la paura, seppur in piccole dosi, possiamo trovare la forza di diventare coraggiosi, di rimanere dentro al problema e non scappare.